Santuario di Maria Santissima di Belvedere - Carovigno
Una tappa santa da non perdere che ti avvolge in un'atmosfera tra sacro e profano come la leggenda racconta.
Il santuario è stato costruito su due piani di grotte, rinvenute secondo la leggenda, da un pastore e un signore di Conversano, mentre essi cercavano il primo il suo vitellino e il secondo l'immagine della Madonna di Belvedere apparsa in sogno giorni prima. Questa leggenda, ha portato la cittadina di Carovigno, a una forte devozione per la Madonna di Belvedere, con vari pellegrinaggi durante alcuni periodi dell'anno e in special modo, con il rito della 'Nzegna, quasi millenario.
Una struttura precedente a quella attuale, venne commissionata nel 1501, dal nobile napoletano Pirro Loffreda, che fece costruire anche un altare di tipo basilicale, nel primo piano della grotta, dove nel 1525 venne sepolta la moglie Laudomia Alagno. L'altare, venne costruito dall'ostunese Giovanni Lombardo, uno scultore e architetto. L'altare presenta un baldacchino addossato alla parete, con delle sottili colonne sormontate da dei capitelli ed una complessa trabeazione.
Nel 1875, il Santuario ricevette la forma attuale, a seguito dei lavori di restauro e ampliamento da parte del Commendatore Alfredo Dentice di Frasso. La Chiesa della grotta, si rifà in parte alle prime basiliche cristiane. È provvista di una sola navata. L'equilibrio delle proporzioni tra altezza, lunghezza e larghezza, riporta a un'architettura rinascimentale. Il pavimento in maiolica napoletana dell'Ottocento, rappresenta i simboli della croce greca e quella latina, che riporta quindi alle origini di questo luogo e anche dell'inizio della ‘Nzegna.
Facciata della Chiesa Superiore |
Una struttura precedente a quella attuale, venne commissionata nel 1501, dal nobile napoletano Pirro Loffreda, che fece costruire anche un altare di tipo basilicale, nel primo piano della grotta, dove nel 1525 venne sepolta la moglie Laudomia Alagno. L'altare, venne costruito dall'ostunese Giovanni Lombardo, uno scultore e architetto. L'altare presenta un baldacchino addossato alla parete, con delle sottili colonne sormontate da dei capitelli ed una complessa trabeazione.
Nel 1875, il Santuario ricevette la forma attuale, a seguito dei lavori di restauro e ampliamento da parte del Commendatore Alfredo Dentice di Frasso. La Chiesa della grotta, si rifà in parte alle prime basiliche cristiane. È provvista di una sola navata. L'equilibrio delle proporzioni tra altezza, lunghezza e larghezza, riporta a un'architettura rinascimentale. Il pavimento in maiolica napoletana dell'Ottocento, rappresenta i simboli della croce greca e quella latina, che riporta quindi alle origini di questo luogo e anche dell'inizio della ‘Nzegna.
La scala santa che scende alla grotta |
La scala santa paragonata a quella di Roma, collega la grotta del ritrovamento con la chiesa superiore. Un cammino mistico per ogni gradino che viene affrontato in preghiera alla Madonna.
Ma naturalmente voi vi sarete chiesti che cos'è la 'Nzegna.
La 'Nzegna è la più antica tradizione religiosa legata allo sbandieramento in Italia. Questa tradizione porta anche alla nascita del luogo e delle grotte come luogo di culto legato alla Madonna di Belvedere. La 'Nzegna si svolge il lunedì e martedì dopo Pasqua a Carovigno, mentre il sabato nel Santuario. Quest'ultimo giorno prende vari nomi tra cui "Sabato di Belvedere", "Ottava di Belvedere", ma anche "la Pasquetta dei carovignesi".Secondo la leggenda, ambientata ai tempi di Goffredo III di Montescaglioso quando era conte di Brindisi (XI-XII secolo d.C., una notte un paralitico di Conversano, sognò la Madonna che lo invitava a trovarla a Carovigno nel Santuario di Belvedere. L'uomo arrivato in paese con alcuni suoi aiutanti, iniziò a chiedere notizie riguardo al Santuario, ma gli venne indicata solo una contrada con il nome di "Belvedere". Arrivato lì, durante le ricerche, venne udito un lamento da parte di un pastore, disperato per aver perso il miglior vitello che possedeva. Così insieme, iniziarono a ricercare sia l'animale che il dipinto della Vergine. Dopo varie ricerche, si udii un lamento proveniente dal sottosuolo, dietro un mucchio di arbusti ed erbacce. Il pastore tagliò le piante e trovò una grotta. Scese ma non trovò niente, poi scorse un altro buco che portava più in profondità. Sceso nella seconda grotta trovò il suo vitellino genuflesso dinanzi un'immagine di una Madonna. Il paralitico appena seppe la notizia, volle vedere di persona se l'immagine corrispondeva a quella sognata. Appena la vide iniziò a pregare e improvvisamente tutti i mali che aveva scomparvero. Il pastore per la gioia del ritrovamento e del miracolo, prese un bastone al quale attaccò un fazzoletto multicolore che, iniziò a sventolare e tirare in aria, facendosi notare anche dalla gente vicina e facendo arrivare la voce della scoperta e del miracolo fino al paese. Venne così coniato il termine "Battitura della 'Nzegna", che ancora oggi a distanza di secoli si esegue ogni anno il lunedì, martedì e sabato dopo Pasqua. Il conversanese acquistò il vitello che affidò a una taverna. L'animale venne addobbato e lasciato libero nel pascolare e venne chiamato dai carovignesi "la vaccaredda di la Madonna" (il vitellino della Madonna). Anni dopo venne ucciso in contemporanea con i giorni della 'Nzegna. Venne così preparato un grande banchetto a cui poteva partecipare tutta la popolazione povera del paese. L'evento venne organizzato fino all'inizio del '900, interrotto poi per motivi di ordine pubblico. Da allora l'ultimo giorno della 'Nzegna prese i vari nomi che oggi si attribuiscono e inoltre, dopo il battimento della 'Nzegna, la popolazione si riversa nelle campagne a festeggiare tra prodotti tipici locali e musiche e balli tradizionali.
Molta storia che si mescola, molta tradizione che ti affascina.
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